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Teatro Farnese

DESCRIZIONE DEL TEATRO
Attraverso un PORTALE D'INGRESSO incorniciato da due coppie di colonne sormontate da una sagoma ducale, si accede nella CAVEA, con pianta ad U (di derivazione toscana), costituita da quattrodici gradoni che potevano ospitare oltre tremila spettatori.
Al centro della cavea, sopra il corridoio che unisce l'ingresso alla platea, delimitato da una balconata, era originariamente allestito UN PALCO D'ONORE PER I DUCHI, che anticipava la più tarda adozione del cosiddetto "palco reale" in tutti i teatri d'Europa.
Alla sommità della cavea sono DUE ORDINI DI LOGGE, a serliana, solo in parte praticabili, di impronta palladiana.
IL PALCOSCENICO è lungo 40 metri, con un'apertura di 12 metri.
IL BOCCASCENA che lo delimita è di tipo classico, con nicchie originariamente decorate da statue in stucco, e racchiude lo spazio attorno al palcoscenico, che veniva usato per nascondere alla vista degli spettatori le macchine dei complicati e spettacolari allestimenti teatrali.
In alto, sopra LO STEMMA DUCALE FARNESIANO, sta una scritta dedicata alle Muse come protettrici delle arti: BELLONAE AC MVSICAE THEATRVM RAINVTIVS FARNESIVS PARMAE ET PLACENTIAE DVX IV CASTRI AVGVSTA MAGNIFICENTIA APERVIT ANNO MDCVIII (Ranuccio Farnese duca di Parma e Piacenza, quarto duca di Castro, con augusta magnificenza inaugurò nell'anno 1608 il teatro di Bellona e della musica).
Le gradinate della cavea sono collegate al palcoscenico da DUE ARCHI TRIONFALI DIPINTI E DECORATI, su cui campeggiano LE STATUE EQUESTRI IN GESSO DI ALESSANDRO E OTTAVIO FARNESE.
LA COSTRUZIONE, LA VICENDA STORICA
Situato al primo piano del PALAZZO DELLA PILOTTA il Teatro Farnese occupa un grande "salone" che era originariamente destinato a "SALA D'ARME" (lunghezza m 87.20; larghezza m 32.15; altezza m 22.65), riadattata e trasformata in teatro tra la fine del 1617 e l'autunno del 1618.
Costruito dunque in brevissimo tempo, usando materiali leggeri come il legno e lo stucco dipinti, il teatro nacque per volontà di Ranuccio I, duca di Parma e Piacenza dal 1593 al 1622, il quale intendeva festeggiare con sfarzo la sosta di Cosimo II de' Medici a Parma, programmata in occasione di un viaggio del Granduca di Toscana a Milano per visitare le tomba di San Carlo Borromeo.
Si trattava di un evento di grande importanza politica per Ranuccio, che aveva così la possibilità di rinsaldare i suoi legami con la famiglia medicea, riallacciati nel 1615 con un accordo matrimoniale tra le due famiglie ducali.
Sfumato il progettato viaggio di Cosimo, L'INAUGURAZIONE DEL TEATRO - già ultimato nel 1619 - avvenne solo nel 1628, in occasione delle nozze tra Margherita de' Medici e il duca Odoardo, con uno spettacolo allegorico-mitologico dal titolo "Mercurio e Marte" - con testo di Claudio Achillini e musiche di Claudio Monteverdi -, arricchito da un torneo e culminante in una spettacolare naumachia, per la quale fu necessario allagare la platea con una enorme quantità d'acqua, pompata tramite una serie di serbatoi posti al di sotto del palcoscenico.
IL PROGETTO DEL TEATRO, dovuto all'architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti detto l'Argenta (dal paese d'origine), subì alcune modifiche su suggerimento del marchese Enzo Bentivoglio, signore di Gualtieri e, probabilmente, del duca stesso.
Sotto la direzione degli architetti collaboratori Giovan Battista Magnani e Pier Francesco Battistelli lavorarono al cantiere maestranze specializzate ferraresi.
Gli stuccatori erano guidati da Luca Reti ed i pittori, di diversa provenienza, erano capeggiati dal cremonese Giovan Battista Trotti detto il Malosso, dal bolognese Leonello Spada e dai parmigiani Sisto Badalocchio, Antonio Bertoja e Pier Luigi Bernabei. Essi dovettero provvedere, oltre che alla decorazione delle pareti, anche a quella del soffitto, purtroppo perduta.
Data la complessità degli allestimenti scenici e i loro altissimi costi IL TEATRO FU UTILIZZATO SOLTANTO NOVE VOLTE, in occasione di matrimoni ducali o importanti visite di stato. Dopo l'ultima rappresentazione, risalente al 1732, il teatro decadde lentamente fino alla quasi totale rovina, subendo un colpo terribile con il bombardamento che lo colpì nel maggio del 1944, che determinò la quasi completa distruzione delle parti lignee e di gran parte delle statue in stucco. Il teatro è stato completamente ricostruito nel 1956 secondo il disegno originario: le parti lignee, in origine completamente decorate, furono lasciate grezze, ad evidenziare le poche strutture originali superstiti.
Contatti
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